Per sudditanza nei confronti del potere centrale, l’assenso rilasciato al Governo dalla Regione alla riscrittura dei patti finanziari grava il bilancio F-VG di prelievi inaccettabili da parte dello Stato.

L’emendamento Morando alla legge di stabilità finanziaria nazionale riscrive i rapporti finanziari tra Stato e Regione F-VG, creando illusioni e strumentalizzazioni. Le aliquote di compartecipazione ai tributi erariali verranno modificate in maniera sostanziale e complessiva, riducendo la misura di alcune quote (v.Iva) ed ampliando la platea dei tributi a cui attingere rispetto a quanto finora previsto. I criteri di gestione della nuova normativa dovranno essere specificati nell’ambito di decreti attuativi da convenire tra Stato e Regione secondo le procedure previste dallo Statuto.

Analizzando le conseguenze dell’emendamento Morando per il F-VG i flussi di entrata e uscita da e per Roma rimarranno gli stessi degli ultimi anni, con un prelievo da parte dello Stato (calcolato con precisione da parte della Corte dei Conti in occasione dei giudizi di parificazione relativi ai consuntivi 2015 e 2016) di 1,1-1,2 miliardi all’anno per obiettivi di risanamento della finanza pubblica e di abbattimento del debito pubblico.

Di fatto su un insieme di entrate, tra tributi propri e quelli di compartecipazione, di 5,2-5,4 miliardi di euro, il 25% viene prelevato dallo Stato riducendo drasticamente la potenzialità di spesa della stessa regione. Questa situazione è iniziata a partire dal 2010 aggravandosi ogni anno fino al 2015 per poi stabilizzarsi sul livello più alto di esproprio.

Il Patto Per l’Autonomia ritiene che gli investimenti non effettuati per questa enorme voragine nella nostra spesa pubblica, dilatata da altre norme relative al patto di stabilità ed anche operanti nei confronti degli enti locali, siano la concausa principale della crisi economica che ha colpito in questo decennio la Regione F-VG: e lo ha fatto in termini più forti che da altre parti dell’Italia, in termini di PIL e disoccupazione, anche perché la quota di prelievo statale per l’abbattimento del debito pubblico nella nostra Regione è del tutto spropositata in relazione alla sua popolazione e dimensione. La riduzione della spesa pubblica e di quella attivabile da essa per i privati ha superato i due miliardi di euro all’anno su un PIL complessivo di 35 miliardi di euro.

C’è quindi massima necessità di rinegoziare i rapporti finanziari con lo Stato, determinati anche dalla scadenza nel 2017 del patto di contribuzione Padoan-Serracchiani. Ma l’assenso dato nello spazio di un giorno alla proposta dell’emendamento Morando dimostra esplicitamente la totale sudditanza al governo centrale ed una incapacità di esprimere da parte delle forze politiche del F-VG le ragioni di un profondo disagio territoriale.

Il tutto è stato reso ancora più ridicolo dalla pantomima sui 120 milioni di euro di “sconto” che lo Stato dichiara di averci fatto e che saranno l’occasione per una finanziaria elettorale di spesa che la Giunta regionale gestirà nei prossimi mesi. In realtà si è trattato di uno “sconto” su un ingiustificato aumento, che fu di 370 milioni con Tondo e di “soli” 250 pagati da Serracchiani negli ultimi anni, in un quadro dove quello che conta è l’enorme cifra complessiva del taglio di entrate. Di fatto una solenne presa in giro.

Va anche segnalata la grave infrazione istituzionale commessa nella procedura di attribuzione del “consenso” all’emendamento Morando tenendo all’oscuro di tutto ciò il Consiglio Regionale. Su questo terreno, si è aperto un vero e proprio baratro di legittimità costituzionale, come è stato segnalato in questi giorni sulla stampa dal dottor Giovanni Bellarosa.

Se la Regione deve essere sentita, può farlo da solo la Giunta o addirittura il Presidente? Sulla ipotetica trattativa che dovrà aprirsi con il Governo chi e come agirà per conto della Regione? Va ricordato che gran parte delle leggi finanziarie dello Stato, che hanno ridotto le entrate della Regione F-VG negli ultimi anni per il risanamento della finanza pubblica, sono state approvate senza alcun assenso da parte della Regione e che la Corte Costituzionale con la sentenza 188/2016 ha richiamato con forza i nostri amministratori alla necessità di una INTESA, arrivando ad abrogare la normativa sul sovra-gettito IMU per questo motivo. Ed ha invitato la stessa Giunta Regionale ad occuparsi meglio degli interessi della società regionale.

Per il Patto Per l’Autonomia siamo di fronte ad una vicenda politica determinante per il futuro della Regione. Al di sopra di ogni ragionamento tecnico, deve emergere come discriminante per la Regione F-VG l’intenzione di richiedere con forza la revisione con un drastico ribasso delle attuali contribuzioni allo Stato ed un recupero parziale ma sostanzioso delle disastrose contribuzioni di questi ultimi anni. Tutto il resto è fuffa, propaganda che però rischia di costare cara a noi e ai nostri figli. Questo difatti è un accordo che aiuta ad ingabbiare definitivamente l’autonomia finanziaria della Regione, già gravemente compromessa dal Patto Tondo-Tremonti, e ridurla ai minimi termini: con le conseguenze sui servizi per i cittadini che tutto questo comporta.

 

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