Ieri, 7 dicembre, al Parlamento Europeo si è svolto un seminario di studio dal titolo “Can Catalonia save Europe?” La risposta alla domanda la ha data nelle sue conclusioni George Kerevan (SNP): “If they can’t, no one and nothing else can!”.

La tesi di Kerevan è convincente. A riprova, nella stessa giornata di ieri a Bruxelles si è anche svolta la manifestazione “Wake up, Europe! Democracy for Catalonia” a cui hanno partecipato quasi 50.000 catalani. È stata una manifestazione commovente e stupefacente di “people power”. Il Presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, ha dichiarato che il tema della giornata non era se la Catalogna deve o non deve essere indipendente, ma cosa deve essere l’Europa. Nella sua visione (che condivido) l’Europa attuale è un club di anziane signore incartapecorite (gli Stati-nazione “ottocenteschi”) che si riuniscono per il tè delle cinque attorno a un tavolino ricoperto di vecchi merletti. Un gruppo di vegliarde sempre più distaccate dalla realtà, ignare del fatto che fuori dal loro salottino coperto di polvere c’è una storia e una società in vorticoso movimento. I catalani sono andati a gridarlo sotto le finestre delle vegliarde, cercando di smuoverle dal loro intorpidimento. Al club delle decrepite, Puigdemont contrappone una Unione politica europea fondata non sulla sovranità dei vecchi Stati ma sulla sovranità popolare: “The Europe that we are helping to build from Catalonia, is the same Europe that is being built from other points, Slovenia, Estonia, Wales, Flanders, a new Europe is in construction, of peace and democracy”.

Il maggiordomo delle vecchie signore, Jean-Claude Juncker, gli ha risposto che “tutti hanno il diritto di manifestare, ma non si può ignorare la legge in nome della democrazia” (cioè della sovranità popolare). Oibò, noi credevamo fossero le leggi a essere dettate dalla sovranità popolare, non viceversa. Evidentemente nel salottino la pensano diversamente.

Presidente Puigdemont, anche in Friuli Venezia Giulia c’è chi lavora alla costruzione di una nuova Europa. Un secolo e mezzo fa, il grande linguista goriziano Graziadio Isaia Ascoli scriveva nell’introduzione ai suoi fondamentali Studi Ladini che i friulani erano “mezzo milione di europei, e tra i più consapevoli di esserlo”. Presidente Puigdemont, non dubiti, siamo ancora tra gli europei più consapevoli e ancora impegnati a dare un futuro a questo continente. Isabella De Monte è un caso isolato, una residuale renziana, non infierisca.

Sergio Cecotti (C) Riproduzione riservata

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